A Italia é o segundo maior produtos de azeite.

L’Italia torna al secondo posto tra i produttori mondiali di olio. Ecco i dati della nuova campagna olearia

La presentazione dei dati di Confagricoltura e Unapol è stata l’occasione per fare il punto della situazione sulle potenzialità e le sfide che il settore oleario del nostro paese

  • 31 Ottobre, 2025

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L’Italia torna al secondo posto tra i produttori mondiali di olio. Ecco i dati della nuova campagna olearia

La raccolta delle olive che è iniziata dai primi di ottobre sta delineando un’annata olearia che dovrebbe restituire all’Italia il secondo posto, dopo la Spagna, in termini di quantitativo di olio prodotto. A presentare i primi dati sulle stime di produzione sono state Confagricoltura e Unapol che, insieme a Carapelli, hanno organizzato a Palazzo della Valle a Roma “La Prima dell’Olio”, un evento pensato per celebrare l’inizio della raccolta 2025/2026 e al tempo stesso per presentare le stime sull’attuale campagna olearia.

Un’annata di luci e ombre

Le previsioni per l’olivicoltura italiana parlano di una buona stagione anche se a macchia di leopardo. Rispetto allo scorso anno si rileva una forte crescita al Sud e cali, anche significativi, al Centro e al Nord. La produzione complessiva dovrebbe attestarsi intorno alle 300mila tonnellate con un incremento del 21% rispetto al 2024, che riporterebbe l’Italia al secondo posto mondiale tra i principali produttori. Nel bacino del Mediterraneo, invece, i dati del Consiglio Oleicolo Internazionale delineano un quadro in evoluzione con la Spagna che registra una leggera flessione (1,37 milioni di tonnellate), Tunisia e Turchia scendono rispettivamente del 21% e del 43%, mentre la produzione europea complessiva supera di poco i due milioni di tonnellate. A tal proposito il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha dichiarato che «l’Italia ha recuperato il proprio ruolo di protagonista nel panorama mondiale. Ma per consolidare questo risultato servono strategie mirate e una filiera capace di valorizzare appieno le proprie potenzialità».

Consumi, prezzi e bilancia commerciale

Sul fronte interno il nostro Paese si conferma secondo consumatore mondiale di olio d’oliva, mantenendo un differenziale di prezzo quasi doppio rispetto a Spagna e Grecia. Un segnale che evidenzia la percezione qualitativa del prodotto, ma che al contempo impone di rafforzarne la comunicazione e il posizionamento sul mercato. Un altro dato incoraggiante arriva dalla bilancia commerciale: nei primi sette mesi del 2025, infatti si è registrato un lieve avanzo, evento abbastanza raro per il comparto. Tuttavia, rimangono irrisolti alcuni nodi strutturali, come l’insufficiente produzione nazionale rispetto al fabbisogno interno e la difficoltà nel valorizzare pienamente il “made in Italy” anche all’estero.

La sfida della comunicazione

Oltre alla produzione, una delle partite strategiche per il settore si deve giocare anche sulla capacità di comunicare l’identità dell’extravergine. A tal proposito Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, ha ricordato che «L’olio non è un semplice condimento, ma un alimento salutare, sostenibile e simbolo della nostra cultura. Dobbiamo far capire al consumatore il suo vero valore e il lavoro che c’è dietro ogni bottiglia».

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